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IL MELARISMO O MELARIANESIMO


Chi sono i melariani? I melariani sono fruttariani estremi. Ci troviamo nel campo degli stili alimentari. Per capirci, potremmo individuarne alcuni e situare così i melariani in una piramide rovesciata, che mette in luce la limitata estensione del fenomeno:






I melariani sono coloro che si nutrono di mele, a differenza dei fruttariani che ammettono il consumo di qualsiasi tipo di frutta, compresi i cosiddetti frutti-ortaggi (zucchina, zucca, cetriolo, pomodoro, etc.).
Prediligono pasti a base di mele crude, ma in fase transitoria ammettono anche preparazioni a base di frutta cotta.




PROGETTO 3 M E LA SUA VERITÀ SCIENTIFICA


Le teorie alimentari dei melariani sono contenute nel volume Progetto 3 M, i cui autori non sono specificati.
I suoi sostenitori lo ritengono il frutto delle ricerche scientifiche di centinaia di scienziati. Come si afferma nella prefazione, il testo propone la via per poter raggiungere un obiettivo che accomuna l’intero genere umano, ossia la felicità, intesa come armonia tra se stessi, gli altri e la natura.
Alla base c’è una visione olistica del mondo, cioè la realtà è considerata nella sua interezza e nella interazione di tutte le sue parti, che non sono viste come separate tra loro. Le ricerche scientifiche che lo hanno prodotto sarebbero avvenute mediante esperimenti tenuti nascosti, non ancora ufficializzati.
Progetto 3 M assume, pertanto, un aspetto alquanto misterioso ed esoterico: una verità scomoda per i principali sostenitori del consumismo moderno, unica vera alternativa ecologica e sostenibile per vivere in armonia e in salute.
Studi incrociati da parte di diverse branche scientifiche avrebbero dimostrato che per i primi 3,5 miliardi di anni gli unici abitanti del pianeta, per lo più batteri unicellulari, si nutrivano essenzialmente del grumo di glucosio (il "frutto" primitivo) prodotto dall'apparato fotosintetico delle "piante batteriche", vicino alle quali vivevano. La Terra era, infatti, disseminata di piccole piante fruttifere che producevano piccoli frutti.

Fenomeni quali "carnivorismo", "granivorismo", "erbivorismo" non solo non sarebbero mai esistiti per oltre 3,5 miliardi di anni, ma addirittura non avrebbero potuto nemmeno esistere in quanto il meccanismo biologico della fagocitosi (cioè la possibilità stessa di un organismo unicellulare di "mangiare" un altro organismo unicellulare o una sua parte, vegetale o animale) è comparso su questo pianeta solo circa 0,5 miliardi di anni fa, esclusivamente nelle cellule eucariote dei primi organismi pluricellulari, inizialmente come meccanismo di difesa interno.

Gli scienziati sarebbero giunti a conclusione che:

qualsiasi variazione dal "fruttivorismo" primordiale sia stata dovuta esclusivamente a variazioni ecosistemiche in zone specifiche del pianeta che, variando la componente vegetale dell'ecosistema in modo tale da provocare carenza di glucosio/fruttosio (essenziale per ogni mitocondrio delle cellule animali), costringevano l'animale a cibarsi ad esempio della pianta stessa (devianza erbivora), oppure di embrioni vegetali (i cosiddetti "semi") della pianta medesima (devianza granivora), o, in carenza anche persino di vegetali, costringevano l'animale a cibarsi ad esempio addirittura di altri animali (devianza carnivora).

In sostanza, stili alimentari che prevedono l’assunzione di verdure, cereali, carni, etc. non sarebbero altro che deviazioni, dovute all’"adattamento" alimentare delle varie specie viventi.



Quale frutta?


L’uomo per natura è fruttariano, ossia l’unico alimento adatto è la frutta, ma innanzitutto occorre porre attenzione alle combinazioni tra vari frutti.

Il fondatore della scienza igienistica naturale, Herbert Shelton (1895-1985), nel suo volume La facile combinazione degli alimenti, avvertiva riguardo alla necessità di combinare in modo giusto i vari alimenti, frutti compresi.
La frutta, infatti, si può suddividere in vari tipi in base al rasa, o gusto: può essere acida, semiacida, semidolce, dolce, ed è importante evitare di mischiare in modo scorretto le varie tipologie.





Per i melariani, a differenza dei fruttariani, la frutta acida, in particolare l’arancia, sarebbe assolutamente da evitare, in quanto con il suo PH acidificherebbe il sangue.
La melaStark, invece, nonostante la sua leggerissima acidità, ha il potere di alcalinizzare l’organismo, apportando ad esso un grande beneficio.





Verso il Melarismo


Tuttavia, per l’uomo condizionato da scelte alimentari che si perpetrano da secoli e secoli, non è facile ripristinare il corretto stile alimentare. È così che Progetto 3 M propone un ritorno graduale alle sane abitudini attraverso alcuni stadi temporali.
Innanzitutto per giungere al melarismo totale saranno necessari:
• 7 mesi per un onnivoro,
• 6 mesi per un vegetariano,
• 5 mesi per un vegan,
• 4 mesi per un vegan-crudista,
• 3 mesi per un fruttariano.
Una volta giunti al melarismo, si dovranno comunque attraversare altre fasi, prima di giungere al livello perfetto. Esse sono le seguenti:
• fase M1: si consumano mele essiccate, oltre a mele crude, per mantenere costante la temperatura del corpo;
• fase M2: si consumano solo mele crude diminuendo la quantità di calorie giornaliere fino a 200;
• fase M3: lo scopo ideale del melarismo, che consiste nell’assunzione di un’unica mela al giorno.


Cosa può esserci dopo questo livello?
Beh, forse si può intuire: il respirianesimo, ossia l’individuo si nutrirebbe di solo prana, respiro.




Alcuni Vantaggi

Al di là dell’estremismo assolutamente opinabile, delle sue radici secondo alcuni inventate e prive di oneste basi scientifiche, di alcune palesi contraddizioni, è possibile rinvenire nel Progetto 3 M alcuni aspetti positivi ed educativi:
1. L’incentivazione al consumo di frutta
2. L’adesione ad un progetto di sviluppo sostenibile
3. La visione olistica della vita e dell’uomo
4. L’attenzione ad uno stile di vita che, almeno in fase transitoria, può presentarsi sano, evitando cibi spazzatura, bevande alcoliche, etc.